Brano: Obiezione di coscienza
Luciano Paolicchi (P.S.I.) e Lelio Basso, passato nel frattempo al P.S.I.U.P., vennero insabbiati fino al loro decadere, ma nel 1965 il nuovo clamoroso caso dell’obiettore Fabrizio Fabbri ni e l’intervento di don Milani, il sacerdote fiorentino che sarebbe finito in tribunale per apologia di reato, diedero più ampia dimensione politica al problema dell’obiezione di coscienza, impostosi ormai all’opinione pubblica nazionale.
Don Milani denunciò senza perifrasi l’uso classista del potere militare, riconoscendo solo alla lotta partigiana il carattere di « guerra giusta ». « Gli eserciti marciano agli ordini della classe dominante — egli affermò, aggiungendo che — l'obbedienza non è più una virtù, ma la più subdola delle tentazioni ».
Dopo l’insuccesso del disegno di legge del deputato Michele Pellicani (P.S.D.I[...]
[...]), ben presto però arenatisi anch’essi. Si costituiva allora a Roma, nel 1969, la Lega per il riconoscimento deH'obiezione di coscienza, collegata al Partito Radicale, che ne accentuava il carattere di opposizione alla gestione dell’apparato militare in chiave antipopolare. Nella motivazione della sua « obiezione », Mario Pizzola (uno dei più impegnati antimilitaristi) denunciò la radice reazionaria insita nell’attuale ordinamento militare.
« Il servizio militare, — scrisse Pizzola — realizzando una educazione morale e civica di buona parte dei cittadini, contribuisce ad evitare la penetrazione della ideologia avversaria nella mente dei giovani. Consente di individuare ed eliminare sul nascere eventuali focolai di penetrazione ideologica e di sovversione già instaurati tra i giovani. Permette di disporre di una massa di cittadini, sia in uniforme che in abito civile, preparati a individuare, circoscrivere e soffocare i centri di azione "rivoluzionaria” all’interno del paese ».
Solo alla fine del 1972 la legge che riconosce il diritt[...]
[...]i Nouakchott (Mauritania) il 12.2.1965. Vi aderirono inizialmente i seguenti paesi, già membri dell 'Unione africana e malgascia (U.A.M.): Alto Volta, Camerun, Ciad, CongoBrazzaville, Costa d’Avorio, Dahomey (oggi Benin), Gabon, Madagascar, Mauritania, Niger, Repubblica Centroafricana, Ruanda, Senegai e Togo. L’O.C.A.M. si propone di rafforzare la cooperazione e la solidarietà tra gli Stati membri, dando vita a iniziative economiche comunitarie. Il suo massimo organo deliberativo è la Conferenza dei capi di Stato.
Carattere neocolonialista
Impegnata a mantenere solidi rapporti con la Francia, questa organizzazione che, specie ai suoi inizi, tendeva a costituire una sorta di alternativa rispetto all’O.U.A. (v.), ha visto confrontarsi al suo
interno due tendenze: luna, portata avanti dalla Costa d’Avorio, rivolta a promuovere uno strumento di precisa scelta politica in senso controrivoluzionario; l’altra, ispirata dal Senegai, che puntava a privilegiare la cooperazione economica evitando di rompere i ponti con i paesi africani più [...]
[...]estate 1973 era la volta del Camerun, del Ciad e del Madagascar che giudicavano l’O.C.A.M. un semplice strumento nelle mani degli imperialisti e del neocolonialismo. Non ne fermava il declino nel 1977 (vertice di Kigadi, in Ruanda) l’adesione delle Seychelles. Si aveva al tempo stesso il rafforzamento del S.A.M.A. (Stati africani e malgascio associati), raggruppamento di
19 Paesi africani, molti dei quali precedentemente membri dell’O.C.A.M.. Il S.A.M.A. stabilì infatti un rapporto particolare e di solida continuità con la Comunità economica europea, specie con la firma della seconda convenzione di associazione a Yaundè (29.7.1969). Nondimeno proseguirono le periodiche assemblee dell’O.C.A.M., dedicate prevalentemente al coordinamento economico: nella riunione svoltasi nel dicembre 1980 a Cotonou (Benin), per esempio, venne affrontato con un certo impegno il problema della ristrutturazione delle varie aziende dipendenti dairOrganizzazione [Air Afrique, Limone delle Banche, Fondi di garanzia e cooperazione, ecc.) e dei ritardi nel versa[...]